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Virus Ebola, il ruolo degli animali nella trasmissione della malattia

Nessun caso documentato di Ebola nei caniGrazie ad un interessante articolo del Time, dal titolo “Can Dogs (And Other Animals) Get Ebola? – Possono i cani (e altri animali) essere infettati dal virus Ebola? (vai alla traduzione) facciamo il punto della situazione sulla possibile trasmissione del virus.

Nel corso di una conferenza stampa, Tom Frieden, direttore del CDC  ha fatto il punto sulle evidenze di trasmissione dagli animali all’uomo del virus Ebola.

 

Sappiamo  che nelle zone rurali dell’Africa Ebola può infettare i mammiferi. In effetti, è così che si diffonde, probabilmente da pipistrelli agli animali che vivono nella foresta e da persone a caccia gli animali. Ebola è stato finora rilevato in molti animali, tra cui maiali selvatici, roditori, istrici e antilopi che vivono nelle foreste. Tutte le carcasse infette possono diffondere il virus alle persone: tanto ai cacciatori come a chi si nutre di carne di animali selvatici

Ma sui cani, le evidenze raccontano tutt’altro scenario.

Ad oggi- ha dichiarato il direttore del Centro statunitense per la prevenzione e il controllo delle malattie –  non vi è alcun caso documentato di Ebola trasmessa a persone a cani nè da cani a persone. Tutto ciò di cui si dispone – ha aggiunto – è un solo studio riguardante le difese immunitarie del cane dal virus Ebola, condotti su cani del Gabon, territorio colpito dall’epidemia tra il 2001 e il 2002, ha dimostrato che i cani possono ammalarsi di Ebola, ma non mostravano alcun sintomo e in seguito l’infezione è scomparsa.

I ricercatori hanno quindi concluso che i cani possono – nel corso di epidemie umane – essere una potenziale fonte di malattia per l’uomo e di diffusione del virus. Tuttavia non è stata verificata l’ipotesi che l’infezione umana possa contrarsi da leccamento, morso o trattamenti igienici. Al contrario, lo studio ha evidenziato che i cani possano trasmettere l’infezione nello stesso identico modo degli altri animali osservati nel corso degli esperimenti: le particelle virali erano contenute nelle secrezioni (urine, saliva, feci) per una breve durata di tempo prima della scomparsa del virus.
David, Moore, esperto di malattie infettive alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha quindi chiarito che –poichè nessun cane ha mai mostrato i sintomi del virus Ebola – “non c’è nessuna evidenza per sostenere che i cani abbiano un ruolo nella trasmissione della malattia”. Lo studio citato durante la conferenza stampa suggerisce che le differenze di comportamento e di alimentazione dei cani da compagnia possa incidere sui rischi di trasmissione del virus. Mentre molti cani in Occidente sono alimentati con prodotti specifici, i cani studiati nel Gabon si erano alimentati con carcasse di animali esposti alla contrazione del virus.

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Il virus Ebola può essere riscontrato nel regno animale, dai pipistrelli agli uccelli, dai suini ai porcospini, tuttavia vi è una differenza tra contrarre una malattia e trasmetterla a un altro animale o un’altra specie. Nelle aree rurali dell’Africa, il virus Ebola può infettare i mammiferi e in effetti è così che si diffonde, verosimilmente dai pipistrelli, agli animali che vivono nelle foreste, alle persone che cacciano questi animali. Lo ha spiegato Tom Frieden, direttore degli U.S. Centers for Disease Control and Prevention (CDC) in una conferenza. Ebola è stato ad oggi riscontrato in molti animali delle foreste quali maiali selvatici, roditori, porcospini e antilopi. Le carcasse infette possono diffondere il virus ai cacciatori o alle persone che si nutrono delle carni.

Cani
Ad oggi non vi sono casi documentati di diffusione di Ebola dal cane all’uomo o viceversa e solo uno studio del CDC ha valutato se i cani possano essere infettati o meno dal virus. Questo studiosulla prevalenza degli anticorpi contro il virus Ebola nei cani delle regioni del Gabon colpite dall’epidemia del 2001–2002 ha mostrato che “i cani possono essere infettati dal virus Ebola” ma non manifestano i sintomi e l’infezione alla fine scompare. Secondo David Moore, esperto di malattie infettive della London School of Hygiene and Tropical Medicine, poiché nessun cane ha mostrato i sintomi di Ebola “non vi sono assolutamente evidenze a sostegno di un ruolo del cane nella trasmissione” del virus. Inoltre, le notevoli differenze nel comportamento e nell’alimentazione nei cani d’affezione possono alterare il rischio di trasmissione del virus; infatti, la maggior parte dei cani del mondo occidentale si nutre di cibi per cani, mentre molti dei cani dello studio africano si nutrono di carcasse di piccoli animali morti con possibilità di esposizione al virus.

Pipistrelli
Gli studi e l’OMS suggeriscono che l’epidemia del 2014 può essere fatta risalire ai pipistrelli della frutta delle regioni africane occidentali.

Primati
I primati non umani, come le scimmie, sono sospetti portatori della malattia e, come per l’uomo, il virus può ucciderli. Le ricerche hanno mostrato che le popolazioni di gorilla e scimpanzé subiscono massicci declini durante le epidemie di Ebola.

Uccelli
I dati circa la prevalenza di Ebola negli uccelli sono limitati ma uno studio del 2002 ha mostrato che la struttura del virus Ebola assomiglia molto a quella di molti virus aviari.

Suini
Un caso di trasmissione del virus tra suino e uomo avvenuto nelle Filippine ha fatto ipotizzare che i suini apparentemente sani possano trasmettere il virus alle scimmie senza contatto diretto, tuttavia gli stessi autori dello studio hanno concluso che non è ancora noto se il suino giochi un ruolo nella trasmissione naturale o nell’ecologia del virus Ebola in Africa.

Altri animali domestici
Diversi studi effettuati negli anni ‘90 hanno riscontrato che alcuni animali, inclusi cavie, capre e cavalli, non mostravano alcun sintomo o sintomi lievi quando infettati sperimentalmente. Il virus non è stato osservato in queste specie in natura e, come i suini e il cane, questi animali non sembrano ammalarsi o morire per l’infezione.

Si ritiene che i gatti siano immuni dato che il virus non è mai stato riscontrato in alcun felino selvatico africano.

L’ospite naturale del virus Ebola, cioè l’animale che ospita naturalmente l’infezione e costituisce la fonte primaria della diffusione della malattia, deve ancora essere confermato dagli studi. Tuttavia la trasmissione del virus è un problema differente. Poiché “la malattia letale è ad oggi stata osservata soltanto nell’uomo e nei primati e in poche specie di animali selvatici, sembra che la principale via di trasmissione sia il contatto tra uomo e uomo” afferma John Blackwell, Presidente della British Veterinary Association.

FONTE ANMVI